SANTUARIO DI ERCOLE VINCITORE

Il Santuario di Ercole vincitore era dedicato al dio protettore dell’antica Tibur, e ricopriva una superficie molto vasta estesa ai piedi della città.

La costruzione del complesso, durata all’incirca una decina di anni, diede non pochi problemi agli architetti che la realizzarono, perchè dovettero prima scavare una via coperta sotto il santuario in modo da far passare l’antica Tiburtina Valeria, la cosiddetta Via Tecta, poi furono costretti ad innalzare delle arcate per superare i burroni sul fiume Aniene.

Originariamente il santuario occupava un’area di 3.000 mq e si articolava in tre ambienti: un tempio, un teatro ed un’enorme piazza che faceva da area sacra. Lo scopo principale del progetto era quello di colpire scenograficamente tutti coloro che giungevano a Tivoli da Roma, tanto era il suo splendore e la sua magnificenza (188 x 141 m), infatti la struttura utilizzata per le fondamenta si innalzava per circa 50 metri a strapiombo sul fiume Aniene.

In passato all’interno del santuario si trovava la statua di Ercole, dio venerato dai Salii, i quali organizzavano una cerimonia d’onore durante le Idi di agosto, così come ci viene ricordato da Virgilio nell’Eneide.

L’intera area del santuario, fino ad una cinquantina di anni fa, era occupata dalle Cartiere Tiburtine, stabilimenti industriali che trasformavano paglia e legno in varie qualità di carta grazie alla forza motrice prodotta dalle acque del vicino fiume Aniene.

Grazie al meticoloso lavoro svolto in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale, il primo maggio del 2015 c’è stata l’apertura straordinaria al pubblico del santuario, in concomitanza con l’inaugurazione di Expo 2015 e del 3230° anniversario della nascita di Tivoli, con lo scopo di rendere questo sito al centro della proposta culturale della città. 

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